Le previsioni economiche del Cnel per il 2003-2006 (prima parte)

Il recente andamento dell’economia europea, il rallentamento del ciclo internazionale e la perdita di competitività del nostro sistema industriale impongono un ripensamento analitico della congiuntura economica, che si proponga di coniugare l’osservazione delle dinamiche di breve periodo con considerazioni di più ampio respiro. E’ questo l’obiettivo dell’analisi sulle prospettive dell’economia italiana e internazionale: un’elaborazione congiunta realizzata per il Cnel dagli istituti di analisi economica Cer, Prometeia e Ref, che traccia il quadro macroeconomico di medio periodo e approfondisce specifici problemi strutturali. Uno studio che il Cnel intende promuovere periodicamente e presentare in coincidenza con le più importanti scadenze istituzionali di politica economica, quali la presentazione del Dpef e del disegno di legge Finanziaria.

Questi, in sintesi, i principali risultati:
L’evoluzione della domanda e del prodotto
Le previsioni per il 2003-2004 evidenziano la lenta fuoriuscita dell’economia italiana dall’attuale fase di stagnazione, con una variazione media annua del Pil pari allo 0,8% nell’anno in corso e all’1,8% per il prossimo. A tale risultato concorrerebbe il recupero nella spesa delle famiglie (+1,3% nel 2003 e +2,2% nel 2004), attribuibile alla riduzione del tasso di inflazione, all’incremento dell’occupazione e a una moderata accelerazione delle retribuzioni pro-capite nominali. Lievemente inferiore dovrebbe risultare, al contrario, la crescita della componente pubblica dei consumi, pari allo 0,9%. Più graduale appare il recupero degli investimenti fissi lordi, mentre si configura un graduale ridimensionamento del contributo negativo alla crescita della domanda netta dall’estero: se nel 2002 il saldo fra esportazioni e importazioni ha inciso negativamente sulla crescita economica italiana per lo 0,7% di prodotto, il valore dovrebbe scendere allo 0,6% nel 2003 e allo 0,5% nel 2004. Per quanto riguarda le previsioni nel medio termine, nel biennio 2005-2006 l’economia italiana dovrebbe sperimentare un tasso di crescita annuo del Pil pari al 2,3%, allineato alla media europea. Una crescita sostenuta dall’accelerazione della spesa delle famiglie, grazie alla dinamica reale del reddito (+2,2%), e alla maggiore dinamicità della componente pubblica dei consumi (+1,4%). Si evidenzia poi un incremento degli investimenti fissi lordi e delle esportazioni.
Il mercato del lavoro
Il ritardo con il quale la debolezza del ciclo economico si riflette sul mercato del lavoro manterrà la crescita dell’occupazione molto contenuta ancora per diversi trimestri. Per l’anno in corso si prevede un incremento dell’1,1%, pari alla metà di quello dell’anno passato, che nel 2004 si attesterà sull’1%. Nell’orizzonte di medio termine, il consolidamento della crescita economica favorirà l’ulteriore accelerazione della domanda di lavoro, ma non si ritiene che si possano ripetere le performance degli ultimi anni Novanta. In particolare, il tasso di occupazione continuerà a salire fino al 58,5% riducendo, pur senza colmarlo, il divario che separa ancora l’Italia da Francia e Germania; parallelamente continuerà a scendere il tasso di disoccupazione, tornando sotto l’8%. Le retribuzioni e il costo del lavoro Nei primi quattro mesi dell’anno la crescita delle retribuzioni contrattuali è stata del 2% (rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso), a fronte di un’inflazione del 2,7%. La proiezione sull’intero 2003, considerando i contratti in vigore a fine aprile, registrerebbe un incremento dell’1,5% per l’intero anno. Nel 2004, quando si manifesteranno gli effetti dei rinnovi in corso, la crescita media nel settore privato salirà al 3,1%. Potrà dirsi così conclusa la fase di compressione della crescita del potere d’acquisto che ciclo economico debole, moderazione salariale e shock sui prezzi avevano prodotto. Nel medio termine, la moderazione salariale dovrebbe permettere di mantenere tra il 2,5% e il 3% la crescita delle retribuzioni di fatto.