Nessun rinnovo per il contratto del commercio

Il rinnovo del Contratto Nazionale del Lavoro del commercio, scaduto da quasi due anni, è in fase di stallo: due delle tre associazioni del commercio, infatti, hanno interrotto le trattative e ora lanciano accuse ai sindacati che dopo il primo sciopero del 7 novembre ne annunciano già un secondo.

Confcommercio ha siglato un accordo con i sindacati già nel marzo scorso, mentre Confesercenti e Federdistribuzione (GDO) non ne vogliono sapere di riconoscere gli aumenti retributivi concessi da Confcommercio che, secondo le due associazioni, sarebbero superiori all’inflazione. Dall’altra parte, Federdistribuzione ha abbandonato le trattative dopo pochi incontri, Confesercenti nemmeno ha voluto sedersi al tavolo.

Secondo i sindacati, nella proposta di accordo di Federdistribuzione, l’aumento della produttività passa per il taglio delle retribuzioni, l’annullamento degli scatti di anzianità, la negazione del passaggio dal 5° al 4° livello, l’eliminazione di 32 ore di permesso retribuito, la sterilizzazione di 13a e 14a ai fini del calcolo del Tfr e il ritorno alle 40 ore di lavoro con una maggiore flessibilità gestita unilateralmente dalle aziende, alla decorrenza del contratto dal 2016 al 2018. Da parte sua, Federdistribuzione difende la sua proposta, che è finalizzata alla complessiva tutela dei livelli occupazionali e alla sostenibilità delle imprese.

All’interno di tale proposta non vi è alcuna pregiudiziale nel riconoscere gli aumenti retributivi richiesti dai sindacati, purchè erogati nel triennio 2016-2018 e accompagnati da forme di sostenibilità, flessibilità e produttività. Ha proposto inoltre ai sindacati possibili interventi di flessibilità e produttività, tra i quali individuare congiuntamente poche, semplici ed efficaci soluzioni per garantire la sostenibilità del settore, come ad esempio un utilizzo più efficace dei contratti a tempo determinato, soprattutto in località turistiche. Poi ancora introdurre nuovi e più efficienti strumenti per dare sostegno al reddito e migliorare la tutela della salute dei lavoratori.

I sindacati hanno rifiutato queste proposte, ponendo come condizione preliminare l’applicazione del contratto stipulato con Confcommercio. Dunque, anche in caso di accordo tra sindacati e Confesercenti-Federdistribuzione, si creerebbe una situazione in cui i dipendenti delle aziende associate a Confcommercio potrebbero godere di condizioni migliori di quelli delle aziende associate a Confesercenti.

 

Fonte Bricomagazine