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C’era una volta un tempo in cui i clienti entravano nei negozi e senza indugi compravano ciò di cui avevano bisogno.
Chi serviva il cliente era considerato ‘esperto’ a prescindere da qualsiasi altra valutazione e i suoi prezzi erano il più delle volte intesi come valore dato alla merce e non venivano messi in discussione. Il negoziante ‘costoso’ sapeva di esserlo e ne era orgoglioso. Quello che non lo era ne era cosciente, così come i suoi clienti. Entrambi conoscevano bene la loro clientela, e questa conoscenza infondeva sicurezza e permetteva di elaborare previsioni accurate per il futuro.
C’era una volta, appunto… ma nel 2016 le cose sono diverse!
La fedeltà del cliente oggi gira intorno a concetti dinamici legati a una quantità di fattori che non necessariamente sono legati alla professionalità del rivenditore e alla qualità del prodotto che viene venduto. Tanto per cominciare il mondo è cresciuto, in quantità e in qualità. Oggi il cliente medio è capace di approfondire qualsiasi aspetto del prodotto che gli viene proposto in pochi minuti: il rivenditore si trova a combattere e a dover vincere uno dei problemi più pressanti del mercato al dettaglio, la Over Information, ovvero il fatto che la quantità di informazioni a disposizione del cliente molte volte gioca a detrimento del negozio e del servizio offerto.