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Un nuovo strumento di incentivazione per la riqualificazione energetica degli edifici condominiali ha trovato posto nel disegno di legge di bilancio per il 2017, recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri. Secondo Renovate Italy -associazione che raccoglie numerose realtà imprenditoriali e no profit che promuovono attività e progetti per la riqualificazione energetica in Italia- si tratta di una buona notizia, che fornisce una risposta all’esigenza di un maggiore impegno dello Stato nel dare avvio a un imponente processo di trasformazione del patrimonio edilizio residenziale superando lo schema dell’Ecobonus. Insomma, un cambiamento sostanziale, a cui si aggiunge la significatività dell’estensione quinquennale del provvedimento.
Se ben congegnato, insomma, il nuovo incentivo si differenzierà dai precedenti e riuscirà davvero a creare PIL, generando effetti correlati ben superiori a quelli computati nelle precedenti Leggi di Stabilità che, secondo Renovate Italy, sono ampiamente sottostimati. A condizione, naturalmente, che tutte le cose siano fatte per bene: che gli incentivi siano utilizzati per fare davvero i lavori, che i progetti siano di qualità, che i lavori siano conformi ai progetti, che nessuno faccia il furbo. Tutte cose che possono essere ragionevolmente assicurate utilizzando gli strumenti esistenti: certificazioni energetiche, reverse charge, fatturazione elettronica, contratti di prestazione energetica, controlli random.
Con queste premesse l’incentivo sarebbe motore di vero sviluppo, stimolando attività che oggi si realizzano pochissimo, e sarebbe una eccellente applicazione degli Accordi di Parigi che il nostro Paese si accinge a ratificare.